Polisario – Mali – Terrorismo
Jeune Afrique evidenzia "le derive mafiose e terroristiche" nei campi del Polisario a Tindouf in Algeria
Parigi, 30 ottobre 2012- Mentre un
intervento militare internazionale nel nord del Mali si chiarisce, i giovani
provenienti dai campi del Polisario a Tindouf sono più propensi a dare una mano
forte a gruppi "jihadisti" in questa regione, relaziona “Jeune
Afrique” nel suo ultimo numero, aggiungendo che "le derive mafiose e
terroristiche" in questi campi hanno notevolmente facilitato questo clima d’instabilità.
"L'appello di aria arrivato dal nord
del Mali agisce come una calamita su tutta una parte dei giovani Saharawi, quella
che ha avuto dalla nascita solo le tendopoli di tessuto per qualsiasi
orizzonte, l’indottrinamento per ogni scuola e Mohamed Abdelaziz per unico
"lider maximo", scrive il settimanale panafricano in una inchiesta
esclusiva intitolata " Polisario connexion ".
Questa gioventù laggiù, aggiunge, "nessun
blocco, nessuna pattuglia, nessun campo minato potrà impedirgli di prendere il
sentiero di Tombouctou."
In piccoli distaccamenti di uomini da 40 a 60
uomini, fino a 300 volontari secondo i servizi di intelligence francesi sono
ben arrivati nel mese di ottobre a
Timbuctu e Gao, "in cui una buona parte, per non dire l’essenziale, secondo
i testimoni, si esprimano in Hassaniya ", il dialetto arabo delle tribù
saharawi, rileva la rivista.
totalmente oscurata dai dirigenti del
Polisario e dalle media algerine, "l'esistenza nei campi di attivisti che
rivendicano salafiyya Jihadiya (o più recentemente di Ansar al-Sharia) non è un
fenomeno recente" afferama la rivista, indicando che gli studenti saharawi
hanno innaffiato questa da ideologia in contatto con i suoi seguaci,
soprattutto nelle università algerine prima di prendere ceppo in alcuni luoghi
di culto molto frequentati nei campi.
Per quanto riguarda la prima partecipazione conosciuta
di salafiti radicali tra le fila del Polisario nel tentativo di un'operazione
terroristica, risale al dicembre 2003, quando la polizia mauritana aveva
arrestato a Nouadhibou, un ex combattente nelle file del Polisario per furto di
esplosivi. Quest’ultimo riconosceva subito operare per conto del "Gruppo
Salafita per la Predicazione e il Combattimento" (GSPC - Algerino), che
divenne Al-Qaida nel Maghreb Islamico (AQMI) nel gennaio 2007.
Da allora, la rivelazione di numerose
operazioni terroristiche o mafiose ha messo in luce l’implicazione di elementi
provenienti dai campi di Tindouf e la collusione tra vicini della direzione del
Polisario e gruppi terroristici, sottolinea il settimanale.
Il caso di "Hakim Ould Mbarek, figlio
di un funzionario del polisario, illustra un altro aspetto di questa
collaborazione: il traffico", indica la rivista.
Arrestato in Mali nel novembre 2007 durante
il tentativo di acquistare una grande quantità di acido nitrico, e poi
estradato in Mauritania dove sta scontando una condanna di dieci anni di
prigione, Ould Mbarek, dirottava nei campi stock dei farmaci, munizioni e pezzi
di ricambio, e poi gli seppelliva in nascondigli individuati dal GPS, prima di
vendergli ai "jihadisti", secondo la pubblicazione.
Il 7 settembre 2009, quattro dirigenti del
polisario, tra cui il vice comandante della regione militare Taleb Ami Deih
vengono rapiti nel territorio algerino da una banda di Arabi Berabiche del nord
del Mali e portati a Taoudenni prima di essere rilasciati alcuni giorni dopo il
pagamento di un riscatto da parte della direzione separatista.
Nel dicembre 2010, un altro incidente si è
verificato tra l'Esercito della Mauritania e una colonna di
"trabendistes" saharawi. "Arrestati, questi ultimi citano il
nome del loro sponsor, Mohamed Ould el Mhaidi, alias Rubio, barone regionale della
droga, già dirigente della regione
militare del polisario e vicino al patrone dei servizi di sicurezza del fronte
polisario, Mohamed Ould Laakik" sottolinea la stessa fonte.
"Nella notte del 22-23 ottobre 2011,
infine, il colpo di esplosione, ma il colpo di grazia alla credibilità della
sicurezza del polisario", rileva la rivista, riferendosi al sequestro di
due operatori umanitari spagnoli e una italiana dal campo Rabuni, a poche
decine di metri dai locali del dirigente separatista.
Considerato come "l’atto fondatore del
Mujao" ramo dissidente di AQMI che prevale oggi nella città di Gao, il
rapimento è stato facilitato dal lavoro di una manciata di elementi scout nei campi,
in cui i denominati Aghdafna Hamadi Ould Ahmed Baba et Mamina Ould Laghfin ,
pratico di Rabboni, questo ultimo finirà per essere arrestato dai servizi della
Mauritania a Nouadhibou, il 5 dicembre 2011, aggiunge Jeune Afrique.
"Ancora
un’altra volta, questa operazione terroristica a connotazione religiosa ricopre una realtà sordida: un regolamento di
conti tra trafficanti di droga", sottolinea la pubblicazione.