Rabat, 17 set 2013 – “in seguito all' evocazione nei giorni scorsi
da diversi mass media della scoperta dei resti di otto persone che sono state
sepolte in gruppo in un luogo chiamato Fadret Elguiaa, il Consiglio Nazionale deiDiritti dell’Uomo, (CNDH) apporta le seguenti informazioni:
L’Istanza Equità e Riconciliazione (IER) ha condotto durante
il suo mandato (2004-2005) indagini su otto vittime evocate dopo una segnalazione
da parte delle loro famiglie, loro parenti o dai terzi (per cinque di loro), o
di propria iniziativa (in 3 casi). L’IER aveva poi condotto numerose audizioni
e documentazioni raccolte o ricevute in questi casi, che sono ancora contenute
nei suoi archivi.
Considerando il contesto, l’anno 1976, caratterizzato da
combattimenti tra le Forze Armate Reali, l’esercito algerino e degli elementi
del Polisario, gli otto casi evocati non sono stati chiariti durante il mandato
dell’IER, che non ha potuto accedere fino ad oggi solo e esclusivamente agli archivi
delle autorità marocchine. Questi casi sono stati conferiti tra gli altri casi
irrisolti dall’IER ad un comitato di controllo.
Lo stesso comitato di controllo è stato istituito nel marzo 2006
dal Consiglio Consultivo dei Diritti dell'Uomo (CCDH) al termine del mandato dell’IER
ed è stato incaricato per la chiusura dei processi di riparazione e le eventuali
indagini, in caso di comparsa di nuovi elementi.
Come in altri casi irrisolti, gli otto casi citati sono stati oggetto di scambi permanenti tra il governo marocchino e il Gruppo di lavoro delle Nazioni Unite sulle Sparizioni Forzate ed Involontarie (GTDFI) e tra la CCDH poi CNDH e il Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR), nell’ambito dei loro sforzi congiunti per l'accertamento dei fatti. In questo quadro, il CICR ha fatto otto viaggi in Marocco in cui il più recente risale ad aprile 2013. Questa collaborazione ha permesso di chiarire in modo definitivo molti casi e la prossima sessione di lavoro è programmata per novembre 2013.
Indagini condotte dalla IER hanno portato su tutti tipi di gravi violazioni dei diritti dell’Uomo (sparizioni forzate, detenzioni arbitrarie, esecuzioni sommarie, tortura, violazione del diritto alla vita per l'uso sproporzionato della forza, esilio forzato, ecc).
Come in altri casi irrisolti, gli otto casi citati sono stati oggetto di scambi permanenti tra il governo marocchino e il Gruppo di lavoro delle Nazioni Unite sulle Sparizioni Forzate ed Involontarie (GTDFI) e tra la CCDH poi CNDH e il Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR), nell’ambito dei loro sforzi congiunti per l'accertamento dei fatti. In questo quadro, il CICR ha fatto otto viaggi in Marocco in cui il più recente risale ad aprile 2013. Questa collaborazione ha permesso di chiarire in modo definitivo molti casi e la prossima sessione di lavoro è programmata per novembre 2013.
Indagini condotte dalla IER hanno portato su tutti tipi di gravi violazioni dei diritti dell’Uomo (sparizioni forzate, detenzioni arbitrarie, esecuzioni sommarie, tortura, violazione del diritto alla vita per l'uso sproporzionato della forza, esilio forzato, ecc).
Il lavoro di indagine è stata condotta a partire delle querelle di
ex vittime o di che hanno diritto, ma anche da tutte le liste disponibili delle
vittime, stabilite dalle ONG dei diritti dell’Uomo sia al livello nazionale che
internazionale. In molti casi, compreso nelle province del sud, l’IER ha
proceduto e ha indagato sui casi che non sono state presentate dalle famiglie e
non sono stati inclusi in queste liste. In totale, il numero di casi di
sparizioni forzate su cui l’IER ha indagato è superiore al numero di richieste
e di nomi figuranti nelle liste delle associazioni.
Durante questo lavoro, i luoghi di sepoltura, che sono stati
determinati, hanno rivelato che le vittime sono state sepolte in fosse
separate.
In due casi, sono state trovate fosse comuni, uno a
Casablanca durante il mandato dell’IER e l'altro a Nador, dopo la fine del
mandato dell’IER. Questi fatti sono stati resi pubblici. I resti sono stati
sepolti in tombe singole, secondo i precetti della religione islamica.
Il CNDH sottolinea la sua disponibilità a ricevere qualsiasi
elemento che permette il progresso nella
concretizzazione della verità. Allo stesso modo, prenderà contatto con le
famiglie di otto persone evocate per raccogliere ogni nuovo elemento di
informazione, sapendo che si può riferire in modo permanente alla giustizia marocchina,
in base alla legge marocchina e al diritto internazionale.”