Il Re
Mohammed VI del Marocco ha presieduto,
venerdì, l’apertura della prima sessione del terzo
anno legislativo della 9 legislatura e ha annunciato un Messaggio
davanti alle due Camere del palamento, la Camera dei Rappresentanti (Chambre des Représentants) e la Camera dei Consiglieri (Chambre
des Conseillers).
Il Re ha ribadito che la pratica
parlamentare pluralista in Marocco non è nuova, si tratta di una scelta
strategica in corso da 50 anni e per questo che il modello marocchino si
conferma come precursore in seno del suo ambiente regionale e continentale.
Oltre alla buona gestione degli
affari pubblici, il mandato parlamentare e locale è anche la volontà di servire
gli interessi superiori della nazione e di difendere le sue giuste cause, in
primo luogo, quella dell’integrità territoriale del Marocco.
La Causa nazionale marocchina ovvero
la questione del Sahara marocchino era presente fortemente nel suo Messaggio, esortando
“una forte mobilitazione, una vigilanza in ogni momento, ed iniziative
efficaci, sia al livello interno che esterno, per contrastare i nemici della
nazione dovunque si trovano, e per contrastare gli stratagemmi illegittimi ai
quali hanno ricorso”.
Infatti, il sovrano ha
sottolineato che “la questione del Sahara
non è solamente la responsabilità del Re, ma è anche la causa di tutti e
di ciascuno: Istituzioni dello Stato, parlamento, consigli eletti, e tutti gli
attori politici, sindacali e economici, le organizzazioni della società civile,
i media e l’insieme dei cittadini”. “Come Rappresentante supremo dello Stato,
Simbolo dell'unità della nazione, non risparmierò alcuno sforzo a tutti i
livelli, di preservare l'integrità territoriale, la sovranità e la stabilità
del Regno, forte dell'unanimità di Nostro popolo fedele e degli sforzi
accordati da tutti i suoi componenti”.
E di garantire a questo proposito
che “Sono stato cresciuto nell'amore della patria ed ero testimone, come tutti
i Marocchini, nonostante la mia giovane età all’epoca, dell’atmosfera e di
mobilitazione e dello alto spirito patriottico che ha segnato il recupero delle
nostre province del sud, grazie alla gloriosa Marcia Verde, e grazie al genio
del suo ricreatore, il nostro Padre Venerato, Sua Maestà il Re Hassan II”. “È
precisamente questo spirito che deve continuare a guidare nostre azioni e
nostre iniziative”. “Rimarrò, dunque, come mi avete sempre conosciuto, nella
prima fila dei difensori della nostra integrità territoriale, in testa delle Marce
per lo sviluppo, il progresso e la prosperità, attraverso l'unità, la sicurezza
, la stabilità e l’unanimità nazionale incrollabile”, ha continuato il Sovrano,
avvertendo che “le manovre degli avversari della nostra integrità territoriale
non vanno fermarsi, ciò potrebbe mettere la nostra causa davanti agli sviluppi
decisivi”, invitando il parlamento ad elaborare un piano di azione integrato ed
efficiente per la continua difesa dell'integrità territoriale del Marocco.
Inoltre, il Re ha indicato che la
Causa Nazionale non può essere ostaggio di circostanze e calcoli politici tra
la maggioranza e l’opposizione in parlamento, notando che appartiene ai “membri
del parlamento e dei consigli eletti locali e regionali, in particolare nelle
nostre province del sud di assumere pienamente le loro responsabilità in
qualità di rappresentanti degli abitanti della regione, e il loro dovere di
contrastare i nemici della patria”.
Il Re ha ricordato che la
questione del Sahara si è trovata quest'anno “esposta a delle sfide maggiori
che abbiamo potuto rilevare grazie alla forza della nostra posizione e alla legittimità
della nostra causa”.
Il Sovrano ha detto di aver constatato
qualche difetti nell'approccio della questione nazionale, nonostante le
iniziative serie intraprese da alcuni parlamentari, ma rimangono comunque
insufficienti. “Questo tiene del fatto che la maggior parte degli attori si
mobilitano con forza solo in caso di pericolo imminente minacciante per la
nostra integrità territoriale, come si aspettavano la luce verde prima di
intraprendere qualsiasi cosa”, ha spiegato il Sovrano, chiedendo a “spingere
gli avversari del Marocco nella difensiva, anticipando gli eventi e rispondendo
in modo positivo invece di aspettare i loro attacchi per rispondere”, ha concluso
il Re.
Yassine Belkassem