LA PRIMAVERA ARABA CONTINUA...
MA LA DEMOCRAZIA E IL RISPETTO DEI DIRITTI UMANI CONTINUANO AD ESSERE NEGATI IN ALGERIA
Una delegazione di organizzazioni algerine per la difesa
dei diritti umani e di sindacati sarà a Roma e a Firenze 10+10 dal 5 all'11 di novembre 2012 per discutere con la
società civile, i media e le istituzioni italiane la situazione dei diritti
umani in Algeria
In controtendenza al vento di
cambiamento che soffia sul mondo arabo-musulmano, le autorità algerine riducono
al silenzio tutte le forme di protesta e le voci critiche sia nella capitale
Algeri che nel resto del paese. Ciò si traduce in una intensificazione della
repressione delle manifestazioni, nella persecuzione e nella intimidazione
degli attivisti. A rafforzare il clima di negazione dei diritti fondamentali,
un arsenale di nuove leggi molto restrittive sulle associazioni, la libertà di
informazione e i partiti politici e' entrato in vigore nel 2012.
Nell'altra parte del Mediterraneo, i
governi europeo non hanno modificato il loro discorso nei confronti dell'Algeria.
Ancora rimangono preponderanti il dogma della stabilità, la limitazione alle
libertà pubbliche in nome della lotta contro il terrorismo, gli interessi
economici e finanziari, a scapito delle riforme democratiche e del rispetto dei
diritti umani in Algeria.
In occasione di Firenze 10+10, la
Rete Euro-Mediterranea dei Diritti umani, con il sostegno dell'ARCI, facilità
la partecipazione al Forum di una delegazione di difensori dei diritti umani
algerini di primo piano composta da rappresentanti di organizzazioni algerine
per la difesa dei diritti umani e di sindacati autonomi.
Durante i quattro giorni di lavoro a
Firenze 10+10, i componenti la delegazione parteciperanno attivamente ai
dibattiti portando la loro testimonianza. Saranno anche disponibili per
discutere ed approfondire con i militanti della società civile europea di
tematiche comuni, come le implicazioni delle relazioni fra la Unione Europea
el'Algeria, il rispetto dei diritti economici e sociali dei cittadini, la lotta
quotidiana portata avanti dai sindacalisti e dai cittadini per la dignità, la
questione della giustizia e della verità per quanto concerne le sparizioni
forzate degli anni Novanta, la lotta per l'uguaglianza uomo-donna e più in
generale la situazione dei diritti umani e delle libertà pubbliche in un paese
che non ha ancora conosciuto una reale transizione democratica.
Firenze 10+10 sarà per i componenti
la delegazione l'occasione per suscitare un dibattito e per rafforzare legami
importanti tra militanti dei diritti umani e la società civile delle due rive
del Mediterraneo. Permetterà anche loro di sollecitare il sostegno
indispensabile della società civile europea alla lotta per la democrazia e il
rispetto dei diritti umani in Algeria e nel mondo arabo.
In occasione dell'arrivo della
delegazione algerina a Firenze, la Rete Euromed per i Diritti Umani organizza
anche una serie di incontri con le istituzioni nazionali e con i media italiani
dal 5 al 7 novembre a Roma, al fine di sollevare la questione dei diritti umani
e delle libertà fondamentali in Algeria.
Di seguito una presentazione delle
tematiche che la delegazione vorrà approfondire, la descrizione delle
organizzazioni che la compongono e delle persone che le rappresentano:
I
– PRESENTAZIONE GENERALE
- Le relazioni fra Algeria e Unione
Europea (UE)
Mentre l'Algeria si arena in un
clima di repressione e di negazione delle libertà e dei diritti fondamentali,
le nostre organizzazioni denunciano la cecità di cui sembra dare prova l’UE posizionando
l'Algeria fra i paesi "che hanno compiuto i progressi più importanti sulla
strada di una democratizzazione duratura" e fra quelli eleggibili quindi a
finanziamenti supplementari. Questa affermazione non è solamente in
contraddizione con la valutazione delle organizzazioni di difesa dei diritti
umani, algerine e internazionali, ma anche degli organismi dell'Onu. I
negoziati in corso per l'adozione di un Piano di Azione nel quadro della nuova
Politica Europea di Vicinato (PEV) dovrebbero includere in maniera prioritaria
la questione dei diritti umani e delle riforme democratiche sulla base del
l'approccio "dare di più per ricevere di più" e progressi tangibili
verso una "democrazia solida e durevole" come definita nella nuova PEV.
- La libertà di manifestazione e di
riunione e la persecuzione dei difensori dei diritti umani e dei militanti
sindacali
Malgrado la fine dello stato di
emergenza decretato nel 2011, il divieto delle manifestazioni pacifiche e di
tutte le forme di manifestazioni pubbliche ad Algeri e' ancora in vigore per
una decisione presa dal Capo del Governo nel 2002. In pratica, coloro che
organizzano manifestazioni pacifiche ad Algeri ma anche in altre città per
reclamare il diritto al lavoro, denunciare la corruzione o domandare l'accesso
a servizi pubblici di base si scontrano quasi sistematicamente con la
repressione della polizia, con arresti arbitrari e con tutte le forme di
persecuzione giudiziaria, qualsiasi sia l’ampiezza della manifestazione. Questi
atti di persecuzione, che costituiscono una violazione dei diritti
fondamentali, si sono intensificati negli ultimi anni e toccano particolarmente
i sindacalisti e i difensori dei diritti umani a causa della loro attività
militante.
- Le liberta' di associazione e le
libertà sindacali
Con la nuova legge sulle
associazioni, entrata in vigore nel 2012, le associazioni sono sottomesse al
potere arbitrario delle autorità per quello che riguarda la loro registrazione,
le loro attività, il loro finanziamento o la loro dissoluzione. Le organizzazioni
che fanno parte della delegazione sono le prime a pagarne le conseguenze, e si
battono contro l’ingerenza diretta sul funzionamento delle associazioni e dei
sindacati che mira a ostacolare il loro lavoro. Anche i militanti sindacali
pagano il prezzo alla repressione. Benché l'Algeria abbia ratificato la
maggioranza delle Convenzioni della Organizzazione Internazionale del Lavoro,
gli ostacoli all'esercizio delle libertà sindacali sono ricorrenti, in
particolare per quello che riguarda la registrazione dei sindacati autonomi, il
non rispetto del diritto di sciopero e le conseguenti sanzioni amministrative
comminate agli scioperanti, i licenziamenti abusivi, le intimidazioni e le
persecuzioni giudiziarie dei militanti sindacali.
- Le liberta' d’espressione, d’opinione
e d’informazione
Un’altra legge adottata nel 2012,
riguardante l’informazione, pone dei limiti importanti alla libertà d’espressione,
d’opinione e d’informazione, in violazione alle disposizioni internazionali. In
particolare, le nostre organizzazioni rivendicano la garanzia di indipendenza
dei giornalisti e un accesso ai media più facile, l'apertura effettiva del
settore audiovisivo –inclusi i canalie le radio straniere -, annunciata ma non
ancora legiferata, attraverso l'abrogazione della legge sulla informazione del
2012, oltre alla abrogazione delle disposizioni del Codice Penale che
sanzionano il delitto di stampa e di diffamazione.
- La negazione del diritto alla
Verità e alla Giustizia
Lo stato algerino continua a rifiutarsi
di riconoscere la sua parte di responsabilità nelle atrocità commesse durante
gli anni Novanta. La Carta per la pace e la riconciliazione nazionale e i suoi
testi di applicazione consacrano una politica di impunità, di insabbiamento
della verità e dell'oblio. Questi testi accordano indennizzi minimi alle
famiglie delle vittime, condizionati dall'ottenimento di certificato di
constatazione del decesso, senza che nessuna inchiesta venga eseguita. Inoltre,
proibiscono qualsiasi ricorso in giudizio contro gli agenti dello Stato e
reprimono e criminalizzano il dibattito pubblico sulle violazioni massicce dei
diritti umani commessi durante gli anni Novanta. Le nostre organizzazioni
reclamano una "commissione per la verità sulle sparizioni, composta da
giuristi e personalità nazionale indipendenti e integre" e chiedono alle
autorità algerine di ratificare "la Convenzione internazionale contro le
sparizioni forzate, firmata il 6 febbraio 2007".
- Diritti delle donne
In Algeria, le donne e le
militanti, aderenti a organizzazioni della società civile sono regolarmente
impedite nel loro lavoro e subiscono, come gli uomini, le conseguenze del
controllo delle autorità e della restrizione delle libertà pubbliche.
L'affermazione dei diritti delle donne non potrà essere dunque dissociata da
una vera democratizzazione dello spazio pubblico e dall’instaurazione di uno
stato di diritto del quale donne e uomini, come cittadini, beneficeranno.
Grazie all’adozione di una nuova legge su "le possibilità di accesso delle
donne alle assemblee elettive", il 30% dei seggi all’Assemblea Nazionale
Popolare sono stati atttribuiti alle candidate donne nel maggio 2012. Da un
punto di vista giuridico, però, questa
nuova legge è una "goccia nel mare" in confronto a tutte le
disposizioni legislative discriminatorie contro le donne ancora oggi in vigore
in Algeria, in particolare il Codice della Famiglia. Aldilà degli aspetti
giuridici, le donne algerine fanno fronte prima tutto ad un problema sociale.
Devono ogni giorno lottare contro il basso tasso di occupazione e il lavoro
precario di cui sono prioritariamente le vittime, o ancora contro gli
stereotipi veicolati dai media e dai responsabili politici.
- L'accesso degli osservatori
internazionali in Algeria
Dal 2005, le organizzazioni non
governative internazionali di difesa dei diritti umani non hanno avuto accesso
al paese nonostante le domande ufficiali formulate, anche dopo la fine dello
stato di emergenza. Nessuna domanda ha mai ottenuto una risposta positiva da
parte delle autorità, le quali hanno di fatto impedito loro l'ingresso nel
paese. Questi ostacoli alla concessione dei visti intralciano le legittime
attività gestite dalle organizzazioni algerine e dalle organizzazioni
internazionali per i diritti umani. Inoltre, mentre recentemente alcuni
Relatori speciali hanno potuto visitare l'Algeria, altri incaricati di
questioni chiave come la tortura, la promozione e la protezione dei diritti
umani nel quadro della lotta antiterrorismo, la libertà di manifestazione
pacifica e di associazione, o ancora le esecuzioni extra-giudiziarie, sommarie
o arbitrarie, non hanno mai ottenuto l'invito a visitare il paese nonostante le
loro domande siano state introdotte già da alcuni anni.
II – ASSOCIAZIONI COMPONENTI LA
DELEGAZIONE DELLA RETE EUROMED PER I DIRITTI UMANI A FIRENZE 10+10
Lega Algerina
di Difesa dei Diritti Umani (LADDH)
Creata
nel 1985 da un gruppo di militanti fra cui l’avvocato Ali Yahia Abdenour, suo
primo presidente, la Lega opera per la difesa delle libertà individuali e
collettive, conformemente alle disposizioni internazionali in materia di
diritti umani e promuove la causa della democrazia operando per la costituzione
di uno Stato di diritto. La sua azione si traduce essenzialmente in
organizzazione di seminari, azioni di lobby, azioni di sostegno e di difesa
legale degli individui che subiscono delle violazioni dei loro diritti. La Lega
agisce anche attraverso rapporti e comunicati di denuncia delle violazionidei
diritti umani in Algeria.
Maggiori
informazioni: http://www.algerie-laddh.org/
Collettivo delle famiglie
degli scomparsi e delle scomparse in Algeria (CFDA)
La
CFDA agisce a livello nazionale e internazionale per il diritto alla verità e
alla giustizia delle famiglie degli scomparsi, la lotta contro l'impunita', la creazione
di un sistema di accertamento della verità individuale per tutte le vittime
degli anni Novanta. Più in generale, attraverso la sua azione, il Collettivo si
batte per uno stato di diritto effettivo, rispettoso delle libertà fondamentali
dei cittadini e delle vittime in Algeria.
Sindacato Nazionale Autonomo
del Personale dell'Amministrazione Pubblica (SNAPAP)
Principale
sindacato autonomo in Algeria, lo SNAPAP agisce in tutti i settori della
funzione pubblica e in tutti gli enti a carattere amministrativo. Costituisce
l'organizzazione nazionale alla quale la maggioranza dei sindacati autonomi
settoriali e regionali sono affiliati. La sua missione e' la difesa degli
interessi materiali e morali dei lavoratori della funzione pubblica, la difesa
delle libertà sindacali e dei diritti umani, la promozione dell'azione e della
cultura sindacale, la lotta contro la corruzione e la sensibilizzazione dei
funzionari sulla difesa delle conquiste sociali e dei loro diritti.
Rete degli avvocati per la
difesa dei diritti umani (RADDH)
La
RADDH e' una rete costituita da avvocati che lottano per la difesa dei diritti
umani. La sua azione si concentra sulla difesa legale delle vittime di
violazioni dei diritti umani, in particolare delle violazioni delle libertà di
riunione e di associazione. Sostiene i difensori dei diritti umani che subiscono
delle persecuzioni giudiziarie e realizza inoltre un lavoro di informazione
attraverso dei comunicati stampa.
Agire per il cambiamento e
la democrazia in Algeria (ACDA)
Associazione
di algerini residenti all'estero, costituiti in collettivo per sostenere e
accompagnare le lotte democratiche nonviolente per la fine della dittatura e la
instaurazione di uno stato di diritto in Algeria. L'ACDA vuole essere uno
spazio di riflessione, di dibattito e di azione in un quadro pacifico.
Maggiori informazioni: https://www.facebook.com/pages/Agir-pour-le-changement-et-la-d%C3%A9mocratie-en-Alg%C3%A9rie-ACDA/306739669340346?sk=info
Comitato Internazionale di
sostegno al sindacalismo autonomo algerino (CISA)
Riunisce
sindacalisti algerini e francesi, ma anche militanti associativi di difesa dei
diritti umani, con l'obiettivo di sviluppare una rete di solidarietà
internazionale. Il comitato agisce in primo luogo attraverso l'informazione su
ciò che succede in Algeria ma anche moltiplicando gli incontri tra individui e
sindacati, associazioni e ONG. Sostiene le campagne promosse dai sindacati e le
fa conoscere.
Rete Euro-Mediterranea dei
Diritti Umani (REMDH)
La
REMDH e' stata fondata nel gennaio 1997 in risposta all’adozione della
Dichiarazione di Barcellona e alla creazione del Partnenariato Euromediterraneo
(1995). La rete coordina più di 70 organizzazioni e istituzioni dei diritti
umani in più di 20 paesi della regione euromediterranea. La sua missione è di
promuovere e proteggere i diritti umani e rafforzare il dialogo fra l’Unione
Europea e i paesi mediterranei. Il segretariato della Rete è basato a
Copenhagen e l'organizzazione ha uffici a Parigi, Bruxelles, Amman (Giordania)
e il Cairo (Egitto).
III – COMPONENTI LA DELEGAZIONE
DELLA RETE EUROMED PER I DIRITTI UMANI A FIRENZE 10+10
Per la Lega Algerina di Difesa
dei Diritti Umani (LADDH)
Nourreddine
BENISSAD, presidente ;
Djabria
NAILI, segretaria generale ;
Yacine
ZAID, presidente della sezione di Laghouat della LADDH e sindacalista affiliato
allo SNAPAP.
Per il Collettivo delle
Famiglie degli Scomparsi/e in’Algérie (CFDA)
Nassera
DUTOUR, portavoce ;
Mouloud
BOUMGHAR, membro del Bureau ;
Hacène FERHATI, membro attivo di SOS Disparu(e)s.
Per il Sindacato Nazionale
Autonomo de Personale dell’Amministrazione Pubblica (SNAPAP)
Rachid
MALAOUI, presidente ;
Selim
MECHERI, membro del Consiglio Nazionale ;
Lalia
DJADDOUR, componente del Comitato Donne dello SNAPAP.
Per la Rete degli avvocati per la difesa dei diritti Umani (RADDH)
Amine
SIDHOUM, coordinatore ;
Houcine
BOUDA, avvocato e membro di RADDH ;
Chahinaz
Achraf BENCHIKH, avvocato e membro di
RADDH.
Per Agire per il cambiamento e
la democrazia in Algérie
(ACDA)
Abdelhalim
DERBAL, membro del bureau;
Kahina REDJALA, membro del bureau.
Membri onorari della REMDH
Madjid BENCHIKH, professore di diritto, primo
presidente della sezione di Amnesty International in Algeria;
Anna BOZZO, professoressa alla Università Rome Tre.
Per il Comitato Internazionale
di Sostegno al Sindacalismo Autonomo Algerino (CISA)
Florent
SHAEFFER, membro attivo.
Per la Rete euro-mediterranea dei Diritti Umani (REMDH) :
Isaias Barreñada, membro del Comitato
Esecutivo
Ayachi
HAMMAMI, membro del Comitato Esecutivo;
Marc SCHADE
POULSEN, direttore esecutivo;
Marta
SEMPLICI, coordinatrice;
Elsa
SALEMBIER, assistente di progetto.