La crisi del Mali, Vertice di Abuja: KO per la diplomazia algerina
La diplomazia
algerina ha tentato da decenne di essere
leader della geopolitica nel Nord Africa e nell’intero continente africano, implicandosi
in diversi conflitti in africa, avanzando il suo tradizionale slogan di “difesa
dei popoli oppressi nel Terzo Mondo”, ma la realtà è un’altra, si tratta
semplicemente del suo complesso di egemonia marcato dalla sua indipendenza
dalla Francia.
L’atteggiamento
algerino di dialogare con i terroristi armati (3 organizzazioni terroristiche occupano
totalmente il nord del Mali da giugno: Al Qaida nel Magreb Islamico (Aqmi), Ansar Dine e il Movimento pour l'Unicità e il
Jihad in Africa dell'Ovest (Mujao)) è contro la volontà della Comunità
internazionale e si considera uno episodio grave di ostinazione algerina di
ogni intervento per sradicare il terrorismo e salvaguardare l’integrità maliana.
Ma il
vertice del 11 novembre 2012 ad Abuja, concluso con l’adozione di piano d’azione
dei Capi degli Stati Maggiori di 15 paesi della Comunità
Economica Degli Stati dell'Africa dell'Ovest (CEDEAO)
(Communauté économique des États de l'Afrique de
l'Ouest ) per un intervento militare, ha dato il colpo di grazia all’Algeria
e la sua politica sulla questione del terrorismo nel Sahel e la crisi del Mali.
La stampa
algerina indipendente ha espresso il suo malcontento a proposito della
diplomazia algerina negli ultimi due anni quando questa ultima aveva preso
posizioni anti rivoluzioni in Tunisia, Libia, Siria e oggi dialogando con i
terroristi in Mali.
L’Algeria
nella sua politica estera è apparsa dunque oggi sempre più vulnerabile, isolata
più che mai. Chiuderà le sue vaste frontiere??