Amnesty International si insorge
contro l’impunità nei campi di Tindouf in Algeria
Un direttore dell’AI : “speriamo trovare in Algeria lo stesso spirito di apertura che c’è in Marocco”.
L’Amnesty International (AI) con sede generale a Londra, ha protestato, in
occasione della pubblicazione de suo rapporto del 2012, contro il divieto di
accesso in territorio algerino e nei campi del Polisario a Tindouf in sud ovest
dell’Algeria, che le autorità impostano contro l’AI.
Malcolm Smart, direttore dell’AI incaricato del Medio Oriente
e del Nord Africa ha detto durante un incontro con la Maghreb Arab Press (MAP), “speriamo trovare in Algeria lo stesso spirito di apertura che troviamo in
Marocco”.
Il responsabile dell’AI indica che “il governo algerino ci ha
informato che a causa delle nostre critiche della situazione in Algeria, non ci
sarà permesso di visite”,
Malcolm Smart aveva auspicato di accedere in tutti i
territori algerini ed i campi di Tindouf per giudicare il loco, le violazioni dei
diritti dell’uomo, compresse quelle che colpiscono gli immigrati ed altre
violazioni”. Ma “il nostro auspicio si contrasto dal rifiuto delle autorità
algerine”, spiega con ammarezza.
Malcolm Smart chiarisce che l’Amnesty non è pronta ad “accettare accesso limitato in Algeria”, insistendo
di desiderare di “avere l’accesso in tutto il territorio algerino compresso i
campi di Tindouf”, constatando che la “piccola sezione” d’Amnesty International
in Algeria trovava “difficoltà per lavorare in questo paese”.
“Se facciamo una paragone tra Marocco e l’Algeria, possiamo chiaramente,
definire i punti di differenza, perché il Marocco ha permesso la realizzazione
di numerosi vantaggi”, nota il direttore aggiungendo che “abbiamo fatto queste
osservazioni alle autorità algerine che non le hanno accettato”.
Nel 2012, questa ONG umanitaria, invano, aveva provato di essere ricevuta in Algeria
per far indagini sul caso del dissidente del Polisario, Mustapha Salma Ould
Sidi Mouloud , ex responsabile della sicurezza del Polisario.
Mustapha Salma, per aver sostenuto pubblicamente il Piano di
autonomia del Sahara nell’ambito dell’unità e la sovranità del Marocco, è stato
rapito, torturato in Algeria per mesi prima di essere espulso in Mauritania da
più di due anni fino oggi, mentre la sua moglie e 4 figli sono rimasti ancora nei
campi.
Smart indica che l’Amnesty International tiene ad evocare i
casi simili di quelli di Mustapha Salma Ould Sidi Mouloud, ricordando che l’AI spera
che “il sostegno pacifico al Piano di autonomia (proposto dal Marocco) non può giustificare
le negazioni fatte alla libertà di espressione” nei campi di Tindouf in
Algeria.
Yassine Belkassem/Hicham
Misroui MAP