Forbes Magazine svela la fortuna del capo dei separatisti del
polisario a scapito dell’impoverimento
della popolazione a Tindouf
Forbes Magazine svela la fortuna del capo dei separatisti del polisario a scapito dell’impoverimento della popolazione a Tindouf
Il capo dei separatisti polisario, la sua guardia e la sua
moglie, la cosiddetta ministra della cultura Khadija Bent Hamdi, hanno costruito
una fortuna glossale a scapito
dell’impoverimento della popolazione sequestrata e affamata nei campi di
Tindouf sul territorio algerino.
Questa è solo una parte della verità sulla faccia nascosta del
polisario, che è stata svelata in questi giorni dalla pubblicazione americana Forbes
Magazine che ha descritto la fortuna del capo Mohamed Abdelaziz nei campi in
cui la disperazione della popolazione, privata dei diritti i più elementari in
concorrenza con la privazione più abietta. “Benché il capo dei separatisti ha
un complesso costruito in cemento armato nei campi di Tindouf, gode di palazzi
più sontuosi in Spagna, così come in altri paesi europei”, sottolinea l'autore
dell’ articolo, Richard Miniter.
Miniter, che aveva visitato i campi e ha incontrato Mohamed
Abdelaziz, lo ha descritto come un “dittatore” che si subentra a sé stesso dal
1976, nelle elezioni in cui lui è l'unico candidato.
Autore di due bestseller del New York Times, intitolati “Losing
bin Laden” (Perdere Ben Laden) e “Shadow War” (Guerra d’ombra), Richard Miniter
afferma che la realtà a Tindouf è “lontana d'essere ideale, sul sfondo del divieto
di qualsiasi forma di opposizione”. Ogni voce di dissenso porta il suo autore a
rappresaglie le più disumane, come era il caso di Mustapha Salma Ould Sidi
Mouloud, ex capo della polizia del Polisario che è stato imprigionato,
torturato ed esiliato in Mauritania solo per aver osato dichiarare pubblicamente
la sua rispetto al piano di autonomia presentato dal Marocco.
Forbes Magazine fa, inoltre, il nesso tra l'aggravamento delle
condizioni di vita nei campi di Tindouf e l’aumento di attività criminali dei
gruppi terroristici nel Sahel e nel nord del Mali, assicurando che il Polisario
serve di forza di sostegno leale alla nebulosa Al Qaeda nella regione.
Il giornale cita il caso di molti giovani saharawi che si
guadagnano da vivere impegnandosi in tutti i tipi di traffico o ricongiungendo
i gruppi terroristici.
Prima e all’inizio di marzo, fa ricordare il giornale, un combattente
saharawi del Polisario è stato catturato dopo il raid lanciati dagli aerei
militari francesi contro la città Tigharghar nel nord del Mali.
Ignorare i legami documentati tra il Polisario e il gruppo
terroristico AQMI come è stato confermato il ministro degli Affari Esteri del
Mali, Tieman Coulibaly costituisce una scelta pericolosa per la comunità
internazionale, avverte la rivista americana, ricordando in questo proposito la
ferocia con la quale i sostenitori del Polisario avevano ucciso e profanato i
corpi di undici elementi delle forze dell’ordine marocchine durante gli
incidenti Gdeim Izik.