Nuova risoluzione ONU sul Sahara Marocchino:
Marocco soddisfatto, Algeria richiamata per organizzare censimento negato nei
campi di Tindouf
Re Mohammed VI e Ban Ki Moon |
Rabat - In seguito all’approvazione
all’unanimità della risoluzione 2099 sul Sahara Marocchino oggi 25 aprile 2013
dal Consiglio di Sicurezza dell’ONU, il Portavoce del Palazzo Reale Abdelhak
Lamrini ha presentato un comunicato in cui ha annunciato che “la nuova
risoluzione si situa nel prolungamento delle risoluzioni anteriori adottate
dall’Onu dal 2007”. E con questa
risoluzione, aggiunge il comunicato, “il
Consiglio di Sicurezza conferma un’altra volta la preminenza dell’Iniziativa d’Autonomia
presentata dal Marocco nell’aprile 2007, che fissa i parametri di una soluzione
politica definitiva basata sul realismo e lo spirito del compresso”.
Il comunicato del Palazzo Reale
marocchino evidenzia che “Questa risoluzione ha coronato un processo marcato da
diverse iniziative e contatti intrapresi da Sua Maestà il Re Mohammed VI con
diversi Capi di Stato, da messaggi trasmessi da Emissari Reali a diverse
Capitali e da una campagna di spiegazione della posizione marocchina su
differenti aspetti legati alla risoluzione del Consiglio di Sicurezza del 2012 e
sulle aspettative marocchine relative a quella dell’aprile 2013. Questo
processo è stato accompagnato da una forte mobilitazione di tutti gli attori
politici e delle forze vive della Nazione, rispecchiando il consenso nazionale
unanime attorno alla Questione Nazionale”.
Il comunicato, sottolinea che “il
Regno del Marocco prende nota con soddisfazione di questa risoluzione che conferma
i parametri inevitabili della soluzione politica, preserva fortemente le
prospettive di un rilancio promettente delle negoziazioni e chiarisce, di
maniera precisa e definitiva, il quadro di trattamento di altri aspetti di
questo conflitto regionale”.
“Il Consiglio di Sicurezza, ha,
altresì, confermato, in questa risoluzione, il mantenimento attuale del mandato
della MINURSO e delle sue attività, in conformità alle assicurazioni date e alle
garanzie fornite a Sua Maestà il Re dal Segretario Generale delle Nazioni
Unite, Ban Ki Moon, durante il colloquio telefonico del 25 agosto 2012”, continua
il comunicato.
“Il carattere regionale di
questo conflitto è chiarito e precisato con un appello diretto e specifico lanciato
agli Stati vicini per implicarsi di più per mettere fine all’impasse attuale e
per avanzare verso una soluzione politica definitiva. Quindi, l’Algeria si
trova interpellata per investirsi, di maniera costruttiva, nella ricerca della
soluzione politica a questo conflitto regionale. Nello stesso ordine delle
idee, la risoluzione riconosce che il regolamento di questo conflitto rafforzato
di una cooperazione tra gli Stati membri dell’Unione del Maghreb Arabo (UMA), contribuirebbe
alla stabilità e alla sicurezza nella regione del Sahel”.
“La risoluzione 2099 non
contiene alcun dispositivo implicante, da vicino o da lontano, di una qualunque
sorveglianza internazionale dei diritti dell’uomo, ma riconosce e saluta i
passi marocchini nel rafforzamento del Consiglio Nazionale dei Diritti dell’Uomo
CNDH, e l’interazione volontaria del Regno con le procedure speciali del
Consiglio dei Diritti dell’Uomo dell’ONU. Si tratta dunque di una consacrazione
delle Nazioni Unite alle iniziative e agli sforzi nazionali impegnati da SM il
Re. Questo riconoscimento pieno ed intero delle riforme intraprese dimostrano
che il quadro nazionale rimane idoneo ed efficace per l’incarico delle
questioni dei diritti dell’uomo. Cosi, il Consiglio di Sicurezza ha apportato
una risposta chiara ai tentativi ricorrenti di strumentalizzazione dei diritti
dell’uomo al servizio di una agenda politica conosciuta” ”, precisa il
comunicato.
“Inoltre, il Consiglio di
Sicurezza ha reiterato la sua richiesta di procedere al censimento delle
popolazioni dei campi di Tindouf in Algeria, incoraggiando per la prima volta
gli sforzi in questa direzione. Questi sforzi si indirizzano all’Alto Commissariato
delle Nazione Unite per i Rifugiati e allo Stato ospitante, Algeria, conformemente
alla Convenzione del 1951, relativa allo statuto dei rifugiati. L’attuazione di
questo obbligo, fondata sulle considerazioni umanitarie, diventano più che mai necessarie
nel contesto minacciante dell’insicurezza e dell’instabilità che prevale nello
spazio maghrebo-saheliana”, prosegue il comunicato.
Infine, “Il Marocco spera che
le altre parti assumeranno pienamente le loro responsabilità in virtù di questa
risoluzione, accoglieranno le opportunità rinnovate offerte dalla stessa risoluzione,
e si impegneranno, sinceramente e pienamente, in un rilancio realistico del
processo politico di negoziazione. Di fronte alle sfide maggiori della
sicurezza che scuota la regione, il regolamento del conflitto regionale sul
Sahara marocchino è, ormai, una necessità strategica cruciale per la pace e la
stabilità nella regione e un imperativo per lo sviluppo economico e sociale dei
paesi del Maghreb”, conclude il comunicato.
25 aprile 2013
Yassine Belkassem