Il punto sul caso del pedofilo spagnolo Daniel Galvan
Fina
06 agosto 2013
A proposito del pedofilo spagnolo graziato per errore dal Re del Marocco
Mohammed VI, c’è da apportare che i comunicati Reale in questa questione
chiariscono che i crimini del pedofilo spagnolo non sono stati inseriti nella lista
presentata al Re per la procedura della grazia, se tali fatti sono stati
portati al Sovrano, il pedofilo non avrebbe mai beneficiato di tale misura,
visto che il Re è il principale garante dei diritti dei cittadini e dell’equità
della giustizia. (Il pedofilo è stato condannato nel 2011 a 30 anni di
reclusione in Marocco per crimini di stupro di undici minori)
C’è da ricordare che la grazia Reale non riguardava solo questo odioso
criminale ma erano altri 48 cittadini spagnoli condannati per crimini e delitti
diversi commessi in Marocco.
Prendendo la decisione suprema di decrittare un’indagine per determinare le
responsabilità nell’obbiettivo di sanzionare i responsabili di questo errore,
il Re, in conformità ai suoi principi costanti nella difesa dei valori morali e
della giustizia, a cominciare dei diritti dell’infanzia e della donna, ha
adottato una posizione ferma, con la quale si intende significare che nessuno
al di sopra della legge nel Regno e testimoniare, nello stesso tempo, la sua
compassione con le famiglie delle vittime di questi atti odiosi.
Nello stesso modo, decretando il ritiro della precedente grazia accordata
al cittadino spagnolo in questione e ordinando al Ministro della Giustizia di esaminare
con suo omologo spagnolo i successivi giudiziari a dare al ritiro della grazia,
il Re ha voluto significare che il Regno, in nome dei principi universali di
Diritto e della giustizia, non intende mai abbandonare i perseguimenti
giudiziari contro questo pericoloso criminali.
Inoltre, la Decisione Reale di avviare una riflessione sulle condizioni della
concessione della grazia attraverso le sue varie fasi, si verifica nel contesto
di una vasta gamma di riforme della giustizia del Regno, avviato sotto la guida
del Re, all'immagine della Alta Commissione incaricata del Dialogo Nazionale
sulla Riforma della Giustizia. Riforme volte a rafforzare lo Stato di diritto,
della giustizia e dei valori morali del Regno.
A parte le reazioni indignate e legittime di un certo numero di cittadini
marocchini che hanno avuto il merito di attirare l'attenzione su questo errore,
alcuni ambienti malintenzionati hanno cercato insidiosamente di sfruttare questa
questione per raggiungere gli obiettivi vili estranei alla grazia per il
criminale. I loro slogan raccontano le loro vere intenzioni. Questi stessi ambienti
che sono stati visti respinti dal popolo marocchino che non ha mai aderito ai
loro principi sovversivi, sono stati i primi a tentare senza successo di far
deragliare le riforme costituzionali che hanno consolidato lo Stato di diritto
in Marocco e hanno fatto da questa paese un esempio da seguire nel mondo arabo,
fino a oggi scosso da rivolte popolari.
Altri ambienti straniere ostili, tra
le altre, in Spagna e Algeria, così come alcune media note per la loro
propensione ad attaccarsi al Regno in ogni occasione, hanno anche tentato di
usare questo caso per cercare di nuocere le relazioni esemplari che legano i
Regni di Spagna e Marocco, in considerazione del fatto che è il Re di Spagna
che ha sollecitato la grazia ai suoi cittadini detenuti nel Regno durante una
visita eccezionale che ha consacrato i legami secolari che uniscono i due paesi.
In effetti, nel decretare una serie di misure coraggiose e ambiziose sulla
scia di questo caso, il Re ha dimostrato una umiltà che è sempre in ascolto ai
suoi cittadini e che rimane per sempre contro ogni forma di ingiustizia, così
come il principale garante dei diritti della giustizia e dell’equità e dei
valori morali.
Infine, il ministero spagnolo dell’Interno ha fatto sapere che il pedofilo
è stato arrestato a Murcia in Spagna e deve essere messo a disposizione del
Tribunale di Madrid Audience nazionale, mentre in Marocco l’indagine ordinata
dal Re Mohammed VI ha localizzato l’errore della Delegazione Generale dell’Amministrazione
penitenziaria e del Reinserimento quindi questa Istituzione deve assumere la
piena responsabilità, in sequenza il Re ha dato Istruzioni per procedere alla
revoca del delegato generale della Delegazione.
Yassine Belkassem