Partecipazione attiva dei recluti del polisario nelle
operazioni terroristiche dell’AQMI
Estratti da Analisi di Farid Mnebhi
Questo articolo è il seguito di quello intitolato: “Polisario - Crisi del Mali - Terrorismo o germi di una conflagrazione politico-sicuritaria nella regione del Sahel ed in Nord Africa”.
In questo contesto, è stato permesso di classificare, da allora,
una partecipazione attiva dei reclute sahrawi nelle operazioni realizzate dall’AQMI
contro i paesi della regione, a cominciare dalla Mauritania che raffigura come
bersaglio prioritario della nebulosa terroristica internazionale, ma anche il
Niger e gli interessi dei paesi occidentali di cui la Francia.
Ne è così dell'attacco condotto, il 4 giugno 2005, da due falangi
Saheliane dell'ex GSPC (Falange degli Inturbantati e Falange Tarek Ibn Ziad)
contro la caserma " Lemgheiti" in Mauritania, lo smantellamento in
Mauritania, in ottobre 2008, di una cellula composta di 7 membri, legati ad
AQMI, portatrice di progetti terroristici, particolarmente, l'assassinio dell'attuale
presidente mauritano Mohamed Ould Abdelaziz e il rapimento dell'ambasciatore di
Israele a Nouakchott, così come la pianificazione di operazioni di rapina dove due elementi del polisario sono stati apostrofati,
Mohamed Ely Ould Said e Baba Ould Mohamed Ould Bakhili dedicandosi al commercio
a Zouerate, per la loro implicazione diretta in questa rete terroristica.
Mohamed Baya
Nel Niger, l'assalto condotto, nel dicembre 2009, dai Servizi di
sicurezza del Niger, nella località di Telemses, contro un gruppo armato
affiliato ad AQMI, venendo del nord del Mali, si è chiuso dall'eliminazione di
09 terroristi e la neutralizzazione di altri membri del gruppo di cui il denominato
Baya Mohamed, membro del polisario arruolato nelle file di Katibat Tarek Ibn
Ziad dove era incaricato dell'intendenza.
Khalid Sahraoui
In questa stessa scia, il nucleo duro di questa Katiba conta altri
elementi del polisario, particolarmente il denominato Ghali Ould Bachir Ould
Mohamed Naffe Ould Sidi Hamad alias Khalid Sahraoui, originario di Rguibat,
avendo attirato l'attenzione, in settembre 2009, per la sua intenzione di essere
volontario per una operazione kamikaze al nome di AQMI.
Omar Ould Sid'Ahmed Ould Hamma
Il ruolo eminente degli elementi saharawi ai fianchi di loro
correligionari di AQMI si è rivelato anche nelle operazioni di rapimento di
cittadini europei, all'immagine del ruolo principale giocato da Omar Ould
Sid'Ahmed Ould Hamma, detto Omar Sahraoui, elemento del polisario naturalizzato
mauritano e del Mali, dedicandosi al traffico di bestiame e di droga. Omar Sahraoui
ha diretto l'operazione del rapimento di tre cooperati spagnoli sull'asse
Nouadhibou-Nouakchott (Mauritania) nel novembre 2009 per consegnarli poi a
Mokhtar Belmokhtar, capo di fila della falange degli Inturbantati in Mali.
Catturato a Gao dai Servizi mauritani, è stato, estradato in
seguito, verso il Mali nell’ambito di un'operazione di scambio che ha portato
alla liberazione, il 22.08.2010 di due umanitari spagnoli detenuti dal gruppo
di Mokhtar Belmokhtar.
Omar Sahraoui (Sahrawi), evoluto attualmente nelle righe del MUJAO
a Tombouctou sotto il soprannome di Saleh El Sheibani o Amr Saleh.
È stato incaricato dal comando di questo gruppo terroristico di
sorvegliare gli ex ostaggi spagnoli e una italiana rapiti a Rabouni, il 22.10.2011
prima della loro liberazione in luglio 2012.
AQMI ha, del suo lato, secca prova di una grande infatuazione in
confronto all'afflusso dei recluti sahrawi nei suoi campi in Mali che sono
reputati per la loro conoscenza del clima desertico e, soprattutto, rispetto alle
esperienze militari di parecchi di essi avendo esercitato nelle file delle
milizie armate del polisario. AQMI si è, inoltre, interessato a questi profili
a causa della loro capacità a portare la minaccia dentro il Regno del Marocco
che raffigura tra i suoi obiettivi prioritari.
Bisogna ricordare, a questo proposito che questo ultimo paese (Marocco) ha avuto a smantellare più di una ventina di reti connesse a questa movenza che aspiravano a scatenare attacchi terroristici dedicati a recare danno al settore turistico e contro i simboli del regime marocchino.
Bisogna ricordare, a questo proposito che questo ultimo paese (Marocco) ha avuto a smantellare più di una ventina di reti connesse a questa movenza che aspiravano a scatenare attacchi terroristici dedicati a recare danno al settore turistico e contro i simboli del regime marocchino.
Noi ne non vogliamo come prova solo i propositi dell'algerino Abou
Abdelilah Ahmed del suo vero nome Ahmed Deghdegh, capo del Comitato delle
Relazioni Estere di AQMI che aveva affermato nel febbraio 2010 all'epoca di un
contributo messo online su una rivista elettronica "Al Moushtaqoun Ila Al
Janna" , diffusa da un organo mediatico vicino ad Al Qaida " Sariyat
Assomoud Al Iâlamia" che “le parti in conflitto nella questione del Sahara
marocchino evitano l'esacerbazione della tensione su questo dossier spinoso
essendo convinta che un tale scenario avrebbe ineluttabilmente delle
ripercussioni nefaste di cui le manifestazioni più evidenti sarebbero
l'afflusso e la disseminazione delle armi in questo spazio regionale, ciò
che rischia di seminare i germi di una rivolta popolare e preparare il
radicamento tanto temuto da questi paesi del credo e del fiamma jihadista di Al
Qaida.”
In questo quadro, l'infiltrazione delle file del polisario dalle
reti legate ad AQMI ha potuto, anche, essere stabilita attraverso il
trattamento dell'affare della struttura terroristica "Al Mourabitoune Al
Joudoud", smantellata nel Regno del Marocco nel maggio 2009 e di cui uno
dei principali animatori, è convinto delle tesi del polisario e conta un zio
paterno, di un dirigente della "sicurezza militare" del
polisario.
Questo individuo che ha cercato di conferire una dimensione transnazionale
alla sua struttura attraverso un coordinamento con Al Qaida, aveva diffuso, per
ricordo sul sito web "Al Ikhlass", un ricordo indirizzato
essenzialmente agli elementi del polisario convinti delle tesi islamiste, li
esorta alla mobilitazione in vista della creazione di un "Stato
islamico" in Sahara.